Era il 1964 quando Dino Manuzzi assunse l'incarico di presidente del Cesena Calcio, allora militante in Serie C. Imprenditore che aveva costruito la sua fortuna con le proprie mani partendo da zero, colui che sarebbe diventato l'indimenticato e indimenticabile "presidentissimo", era il più grande esportatore cesenate di prodotti ortofrutticoli, subentrato al Conte Rognoni per risanare l'assetto finanziario della società calcistica romagnola.
Il calcio italiano si accorse ben presto di come Manuzzi non fosse soltanto un abile manager, ma anche un presidente lungimirante e innovativo, che caratterizzò la sua gestione facendo leva sul settore giovanile, l'ingaggio di nuovi talenti e una profonda correttezza nei rapporti con i propri giocatori.
Entro breve il Cesena calcio, da "piccola provinciale" divenne un esempio da seguire e i grandi successi non tardarono ad arrivare.
Nel 1972-73 arriva infatti la prima, storica, promozione in A, serie nella quale la squadra bianconera militerà per tre anni consecutivi ottenendo due undicesimi posti e un incredibile sesto posto che la proietterà nell'allora "Coppa Uefa".
Manuzzi lascerà le redini della società nel 1979 per motivi di salute. Si spegne il 29 maggio 1982, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore dello sport del nostro Paese, ma restando tuttora per l'Italia, l'esempio di un calcio pulito e genuino.