Non è mai facile parlare di emozioni in un mondo passionale come quello del calcio, che di emozioni e passioni si nutre ogni giorno, in ogni angolo del mondo.
A volte però, ci si imbatte in persone fuori dal comune, letteralmente straordinarie nel modo in cui, con una semplicità disarmante, riescono a incarnare i valori più alti dello sport che rappresentano e per il quale vivono.
Ci siamo subito detti che volevamo questo tipo di persona per realizzare "Anima", il video dell'Orogel Stadium e non abbiamo avuto nessun dubbio su chi questa persona sarebbe dovuta essere.
Giampiero Ceccarelli, bandiera del Cesena, è uno dei pochi calciatori del panorama italiano ad avere giocato per tutta la sua carriera professionistica nella stessa squadra e nessuno al mondo, meglio di lui, poteva rispondere alle nostre domande su cosa significa scendere in campo e qual è l'anima dello stadio...
Avevi già avuto esperienze come attore? Come è stato prendere parte al video?
Non avevo mai fatto esperienze come attore, anche se devo dire che mi sono trovato a mio agio perchè ho trovato il vostro titolo "Anima" appropriato a me e al mio passato. E' stato bello farlo e devo dire che la parte più bella è stata la chiusura, dove dopo gli inizi, i ricordi, il tifo, c'è stato il finale con il mio lungo respiro che per me voleva dire..."Oh Cesena...quanto mi manchi".
Con quasi 600 partite disputate con la maglia bianconera, oltre ad essere una bandiera per il Cesena, sei anche la persona che meglio di tutte può capire che cos'è l'"anima" dello stadio. C'è un messaggio che vorresti dare alla squadra e ai tifosi?
Le mie 591 partite, assieme a tutti gli allenamenti fatti allo stadio sin da quando avevo 8 anni, non mi hanno mai abituato alla normalità. Tutte le volte che entravo negli spogliatoi prima di ogni partita, la tensione cresceva e si stemperava solo all'ingresso in campo, quando venivamo accolti dai nostri tifosi. In quel momento passavo da uno stato di tensione ad uno di concentrazione per cercare di dare il meglio di me insieme ai miei compagni. Ho sempre chiesto molto a me stesso, fino a non essere mai contento della mia prestazione: dovevo sempre dare di più.
L'anima per me, oltre ad essere il mio passato di bambino nel Cesena, è quella cosa che quando sali l'ultimo gradino per entrare in campo, ti fa cercare con lo sguardo la tua gente in curva, in gradinata e poi in tribuna, dove ci sono tanti amici che sono lì per gioire e tu sei lì perché questo possa accadere. L'anima è la cosa che ti porti dentro sin bambino, quando andavi nell'anti stadio per imparare ad essere più bravo. E lì capivi che dovevi dimostrare a loro, ai tifosi, quelli che hanno vissuto in parallelo con te e che sono una parte integrante di te e dei tuoi risultati. L'anima è la cosa che dopo una partita poco brillante, non ti fa vedere l'ora che sia già domenica per riscattarti e rendere felice qualcuno.
L'anima, ora che sono cresciuto, è amare il Cesena come lo amo io. E' non lamentarsi quando le cose non vanno per il verso giusto e rimboccarsi le maniche senza tanti se e tanti ma... il Cesena si ama!
Non è difficile dare un messaggio ai nostri tifosi perchè si sono sempre dimostrati aggregativi e vicini alla squadra. Quando io scherzosamente dico che sono il nostro tredicesimo uomo in campo, lo penso veramente. Solitamente gli altri dicono "il dodicesimo uomo in campo" per dire che sono un uomo in più. Ma i nostri tifosi sono sempre due in più, per il loro attaccamento alla squadra quando ci sostengono con i loro cori.